La tua voce conta
Uno sguardo sulla nostra comunità professionale.
Il sondaggio promosso dall’Ordine delle Psicologhe e degli Psicologi ha raccolto la voce di centinaia di colleghi e colleghe, offrendo una fotografia preziosa della nostra realtà professionale.
Desideriamo condividere con te alcuni dati, rappresentativi di chi vi ha partecipato, e che possono farci un po’ da guida, mentre cerchiamo di costruire insieme questi prossimi anni di consiliatura. Abbiamo deciso di riportare una sintesi, con i punti più rilevanti, per facilitare la lettura.
Chi siamo?
La maggior parte dei partecipanti al sondaggio è di sesso femminile (83%), segue il sesso maschile e una piccola percentuale che non si identifica nei due precedenti. Sul totale, la prevalenza si situa sotto i 40 anni, segue la fascia d’età tra i 40 e i 50 anni e infine la fascia sopra i 50 anni.
Da quanto operiamo?
Il 56% ha alle spalle oltre 10 anni di esperienza, il 19% tra 6 e 10 anni, mentre il 26% è attivo da meno di cinque anni.
Dove lavoriamo?
Il 64% esercita come libero/a professionista, il 16% come dipendente (in particolare in ambito pubblico), mentre il restante 10% opera in ambiti misti o trasversali.
Di cosa ci occupiamo?
Il 42% si dedica alla consulenza clinica e alla psicoterapia, il 14% lavora nel sociale o in ambito sanitario pubblico, l’11% nella formazione.
Con chi lavoriamo? Il 44% lavora con adulti, il 26% con adolescenti, il 9% con bambini, il 17% con coppie e famiglie. Solo il 4% si occupa di anziani.
Quali sono le difficoltà più sentite?
I principali ostacoli sembrano essere la burocrazia e l’incertezza normativa, che rallentano e complicano l’esercizio della professione.
Si avverte un forte senso di isolamento professionale, segno della necessità di spazi di confronto: in questa ottica rientra, ad esempio, la richiesta di momenti di supervisione, a supporto non solo di una pratica clinica efficace e sicura, ma soprattutto della crescita umana e professionale, che può nascere solo nella rete. Favorire prossimità tra colleghi e colleghe potrebbe influenzare positivamente anche la percezione individuale rispetto al “sentirsi in burnout”: percezione che non possiamo ignorare nel nostro stesso ambito. Inoltre, conoscersi può implementare le possibilità di invio reciproco: reperire pazienti può essere difficile, a dimostrazione di un mercato ancora complesso.
Cosa chiediamo all’Ordine?
Ci sono aspettative molto chiare: la formazione online, gratuita o convenzionata, è al primo posto (possibilmente attraverso videocorsi on demand). Ma anche gli eventi formativi in presenza e i webinar live.
Emergono, anche in questo ambito, il bisogno di supervisione clinica e un sostegno alla professione, sia attraverso una più forte rappresentanza istituzionale e un riconoscimento del ruolo dello psicologo, sia attraverso azioni di supporto ai giovani colleghi all’inizio del loro percorso professionale (sia in ambito fiscale sia deontologico).
Cosa ci sta più a cuore?
Al primo posto troviamo la formazione e l’aggiornamento professionale, seguiti da salute mentale e benessere degli psicologi. Sembra emergere il tema più generale del benessere del professionista, segno di una consapevolezza importante, di quanto la cura dell’altro deve passare attraverso la cura di sé.
Seguono poi la promozione della professione, i progetti nelle scuole e nelle comunità, l’etica professionale e il tema delle pari opportunità.
Ancora alcuni spunti...
Sono emerse critiche per la gestione di restrizioni e sospensioni durante la pandemia.
Vengono espresse perplessità sul percorso formativo in Psicologia e Psicoterapia, sulla durata e sui costi, la necessità di una riforma che lo renda più sostenibile economicamente.
Viene chiesta maggiore tutela della professione, con interventi più decisi contro l’abusivismo e la protezione da operatori non qualificati, anche nella riabilitazione neuropsicologica, sulla quale si chiedono maggiori momenti di confronto, approfondimento e formazione.
Una comunicazione interna più tempestiva e trasparente su iniziative, scadenze, privacy, formazione e questioni deontologiche e sulla possibilità di reperire documentazione e informazioni aggiornate.
Analizzando il sondaggio i punti essenziali appaiono chiari e abbiamo cercato di raccoglierli in questa sintesi.
Ne prendiamo atto e cerchiamo di trasformare l’importante eredità raccolta in una creatura nuova.
Il tema della vicinanza all’Ordine e alle sue attività è emerso in maniera importante anche durante le serate de “L’Ordine ti incontra”, che abbiamo promosso nelle quattro province della nostra regione.
Attraverso una linea di contatto e presenza, speriamo di poter alimentare un desiderio di condivisione e coltivare in ognuna/o un senso nuovo di appartenenza.
